lunedì 17 novembre 2008

Simbiosi

C'è un albero sotto casa mia. E' un albicocco, ma la cosa più importante è che siamo praticamente in simbiosi. Mi sono accorto di questo strano fatto l'anno scorso quando in un giorno come tanti di un brutto periodo d'autunno mi affacciai alla finestra e lui se ne stava lì, nella tramontana, completamente privo di foglie. Questa sua immagine, per quanto desolata che fosse, aveva una sua potenza, il suo esserci anche se spoglio e al vento freddo conteneva qualcosa di stoico che non so come mi fece pensare "quando avrà di nuovo le foglie anch'io...".
13 febbraio (ebbene si sono un patito delle date), sera, tramontana gelida, ero sotto casa, felicissimo perchè l'indomani sarei partito per un viaggio che avrebbe cambiato una parte importante della mia vita, completamente dimentico dei pensieri di qualche mese prima, mi voltai attratto dalla luce brillantissima della luna e lo vidi. L'albero era ricoperto da tanti piccoli fiori bianchissimi che scintillavano nella luce argento della notte. Voglio dire, due ore prima non c'erano, e proprio nell'ultimo momento in cui lì avrei potuti vedere prima della partenza appaiono, come un saluto, o una promessa mantenuta. Questo è uno di quei rari momenti in cui ti chiedi se ciò che sta capitando è caso o è un segno.
Forse vi chiederete come sta l'albicocco adesso. Ha ancora tutte le foglie ma sono gialle e il vento ogni giorno se ne porta via qualcuna. Non nego che la mattina quando apro la finestra non posso che guardare con apprensione all'involuzione del mio amico. O forse no. L'aria di serena tristezza che ne emana ricorda un vecchio saggio che ha abbandonato la concezione escatologica della vita e ha compreso la profonda verità del tondo. A guardarlo si può imparare.
Questa storia oltre ad essere vera, appartene a quel genere che mi piacciono. Non so come mai ma potrei passare ore a riflettere sul fatto che sullo stesso pratino dove d'estate prendevo il sole ora c'è la neve. Tranquilli non sono pazzo, è che adoro l'aternarsi delle stagioni.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella questa storia, anch'io ho la mia quercia, portata in questa montagna, forse dal vento, forse chissà, in un epoca in cui non esisteva la corrente elettrica ed il motore. Lei è sempre li e quando ci passo mi chiedo sempre se non abbia un anima. Ciao. AJ

Anonimo ha detto...

Io non penso che tu sia pazzo, caro amico mio. Credo che tu sappia leggere l'anima degli alberi, come ognuno di quelli che dentro di sè conservano un seme prezioso.
Buona giornata!
Birdie overosia la Ceci
www.vogliounapellesplendida.splinder.com