giovedì 16 aprile 2009

L'Italia è in decrescita, W la decrescita


Già alcuni anni fa mi imbattei non proprio volontariamente in questo termine. Il lavoro precario, la nuova casa da pagare, dovetti dire addio alle stravaganze di un tempo, che erano diventate abitudine, ma quale sorpresa nello scoprire che più rinunciavo a vizi e oggetti vari più questi invece di mancarmi mi apparivano superflui. Non che fossi diventato un virtuoso asceta, semplicemente presi consapevolezza che potevo condurre un'agiata e elegante vita anche rinunciando ai nuomerosi must che ci vengono imposti.
Dopo la mia ripresa economica alcuni vizi sono tornati, non è facile sottrarsi al bombardamento pubblicitario a cui siamo sottoposti, ma quell'esperienza mi ha lasciato dentro un occhio di riguardo per quest'argomento e la convizione che la decrescita non sia solo un problema ma anche un'opportunità per eliminare il superfluo.
Il sistema capitalistico, mercantile e globalizzatore che ormai è adottato su scala mondiale si regge sull'ipotesi della crescita costante del PIL. Per favorire questo evento si è passati dal produrre oggetti per soddisfare le necessità al produrre necessità per soddisfare il mercato. Qui si inizia a vedere la follia! Come può esistere una crescita costante, quindi illimitata quando tutto quello che abbiamo di più caro su questo pianeta è limitato, il suolo, l'acqua, il petrolio, l'aria che respiriamo e persino il nostro tempo. Come si può concepire un mondo in cui l'importanza dell'uomo è decentrata rispetto a quella del mercato, in cui noi tutti siamo visti solo come "consumatori"o "risorse umane" e non più uomini. Mi viene da pensare che anche il valore delle nostre vite sia funzione di quanto possiamo spendere.
La cosa importante da capire è che questa situazione però non ci è stata imposta dall'alto, non c'è un gruppo di oligarchi cattivi e noi povere vittime, tutti a vari livelli ne siamo responsabili, ingranaggi di questa macchina che noi abbiamo creato e non sappiamo più come fermare.
Decrescita è un termine che racchiude molti concetti che hanno come comune denominatore la (ri)scoperta di uno stile di vita più a misura d' uomo, nei post seguenti vedremo di farci due ragionameneti insieme, la partecipazione di voi pochi ma cari lettori sarà molto gradita.
Qui di seguito riporto uno stralcio di un'intervista molto interessante rilasciata da Serge Latouche, un economista francese che meglio di me saprà esprimere alcuni concetti.

"...il bilancio annuale della pubblicità oltrepassa i 500 miliardi di dollari... è il secondo bilancio mondiale dopo quello della guerra che è di oltre 800 miliardi. 500 miliardi per produrre inquinamento visivo, inquinamneto auditivo, inquinamento mentale e spirituale....
La pubblicità è funzionale alla logica del sistema economico di oggi, che è fondata sulla crescita. E' la crescita come obiettivo in se, la crescita per la crescita. E per far crescere sempre di più il prodotto, si deve consumare sempre di più, anche se non si ha più bisogno di niente. Allora si deve forzare la gente a consumare le cose di cui non ha bisogno, e per questo creare un desiderio e far pensare alla gente che manca di tutto, che deve lavorare sempre di più, per guadagrare sempre di più per comprare sempre di più per produrre sempre di più per consumare sempre di più. E' un circolo vizioso che non ha fine e il problema più grave è proprio questo: poiché una crescita infinita non è possibile in un pianeta finito, andiamo a sbattere contro i muri dei limiti del pianeta...
E' una questione di scelta personale naturalmente. Senza eroismi dobbiamo fare tutto il possibile per riscoprire la sobrietà, i veri piaceri della vita: l'amicizia, l'amore, le relazioni sociali. E dedicarci un po' anche alla militanza politica, per pesare sugli orientamenti. Ovunque ci siano lotte per questioni puntuali: qui in Italia contro inceneritori, alta velocità eccetera. Perchè c'è bisogno di trasportare le merci a grande velocità? Quali merci? Si porta l'acqua San Pellegrino dall'Italia in Francia e la Perrier dalla Francia all'Italia: una cosa stupida."

Concludo lasciando questo link: http://www.decrescitafelice.it/ contiene interessanti spunti su questo argomento.

venerdì 3 aprile 2009

Paella vegetariana




L'amica spagnola che mi ha insegnato l'arte della paella tradizonale, se scoprisse questo post potrebbe risentirsi non poco, ma cosa si può fare di presentabile se all'ora di pranzo ti piovono in casa due amici di cui uno vegetariano e tu nel frigo non hai praticamente niente?



Ingredienti: 3 patate medie, 3 carote, 1 peperone rosso, due spicchi d'aglio, 300 g di riso, due tazze di brodo vegetale (sapete tutti come si fa giusto?), una bustina di zafferano.

Dopo aver pulito il tutto taglia le patate a dadini, le carote e il peperone alla julienne; schiaccia i due spicchi d'aglio e falli rosolare con un po' d'olio extravergine d'oliva in una padella antiaderente con il bordo di circa 5-8 centimetri. La padella è molto importate perchè la cottura del riso in essa è cioè che lo caratterizzerà un po', facendo si che sia diverso da un semplice risotto nonostante gli ingredienti banali.
Aggiungi le patate, le carote e il peperone e fai cuocere per cinque minuti a fuoco basso.
Aggiungi il riso e lascialo cuocere a secco per un minuto con gli altri ingredienti, per far si che si insaporisca. Aggiungi il brodo fino a coprire il contenuto della padella per circa mezzo centimetro, mescola per far amalgamare il tutto e lascia cuocere per circa 15 minuti fino a quando il riso non avrà raggiunto il grado di cottura desiderato, se necessario aggiungi altro brodo. Durante la preparazione mescola la paella il meno possibile perchè il riso leggermente bruciato a contatto con la padella è una peculiarità di questo piatto e anche una cosa piacevolissima da sgranocchiare.
A fine cottura, stempera lo zafferano con due cucchiai d'acqua calda e aggiungilo alla paella, mescola per amalgamare e spegni subito il fornello.
Ecco fatto.

venerdì 16 gennaio 2009

Pizzeria il Focolare

Sono molti anni che frequento le montagne pistoiesi. Per chi non le conoscesse, sono dei luoghi bellissimi, ma la bellezza lì è qualcosa di non ostentato, lontano dal clamore di altre montagne più famose, il suo suono è il rumore di miglia di insetti che ronzano nelle prime luci dell'alba, non coperto da rumori umani, il suo aspetto non maestose vette, ma placidi boschi dove camminare protetti da alberi che sono lì da secoli. Tiziano Terzani lo chiamava il suo piccolo Tibet e lì ha scelto di passare gli ultimi giorni della sua vita.
Qualche sera fa, una coppia di miei amici che da un po' hanno scelto di abitare da quelle parti, mi hanno invitato alla pizzeria il Focolare (0572 619472) che si trova a Momigno paesino montano sopra Pistoia. E' un locale che conosco da tempo ma non avrei mai pensato di scrivere un post su di loro, mi hanno proprio sorpreso, hanno fatto la scelta di puntare sulla qualità delle materie prime, con molte d.o.c. al posto dei soliti acquisti all'ingrosso.
L'ambiente è rimasto lo stesso, accogliente, quieto soprattutto in inverno o nei giorni lavorativi, servizio fatto direttamente dal proprietario che è lì da qualche decennio e sembra non invecchiare mai (cosa comune a molti del luogo).
Come antipasto ho provato affettati misti di cinta senese con focaccia calda, veramente di gran qualità. La pizza che era già buona anni addietro è stata migliorata sia nell'impasto che come assortimento, continuano a farle alte e di piccolo diametro. Io ne ho presa una con prosciutto crudo, carciofi e fette di brie, una delle migliori che ho mangiato ultimamente.
Veniamo al pezzo forte della serata, hanno l'assortimento completo delle birre trappiste, se come me fino a qualche giorno fa non ne hai mai sentito parlare guarda qui.
Mi ha davvero entusiasmato, fortissima (11,6% vol.) color oro caldo, rigorosamente servita in calice (ogni birra ha il suo tipo di bicchiere), sapore intenso di malto tostato, goccioline di condensa che scendono lungo il calice freddo... il solo pensarci mi fa venire la tristezza di non aver fatto scorta!

sabato 3 gennaio 2009

Nella mia cucina

Fin da piccolo mi ha sempre affascinato l'idea di cucinare e la cucina per me è da sempre legata ad un'idea di sperimentazione. Ricordo ancora che una volta per una festa alle elementari preparai delle tartine prosciutto e mortadella, disgustose. Nonostante i primi maldestri tentativi la voglia di cucinare e sperimentare mi ha seguito per tutti questi anni e alla fine ho iniziato a lavorare nel settore alimentare, dove mi sono occupato anche di ricerca e sviluppo. Prossimamente mi piacerebbe pubblicare delle ricette, questo post è un'introduzione su qual'è generalmente il tipo di piatti che preparo. Premetto che ho sempre lavorato in aziende dolciarie e non a caso i dolci sono l'unica cosa che non faccio a casa, pertanto ricette sui dessert saranno rare.Il mio tipo di cucina preferito è una rivisitazione della tradizione italiana, dal punto di vista estetico, del gusto, con l'aggiunta o sottrazione di qualche ingrediente, e della preparazione, il più delle volte semplificata anche per mancanza di tempo (e chi le trova più quattro ore per una pomarola??), ma con risultati decisamente sorprendenti.
Resta inteso che nessun piatto arriverà mai al livello dei tortelli di patate alla mugellana di mia nonna.

venerdì 2 gennaio 2009

Propositi 2009

L'anno nuovo si sa, porta sempre con se nuovi propositi. Quest'anno ne ho soltanto uno ma è molto difficile. Cercherò di fare meno. Meno lavoro se non ho nemmeno il tempo di riuscire a vedere dove sto andando, meno sport se non ho nemmeno il tempo di dormire, meno pianificazione, tanto poi è la vita che detta il tempo.

venerdì 26 dicembre 2008

Partenze e ritorni

Hanno mai fine i periodi di cambiamento? Oppure la vita è un continuo mutare? Strano periodo, di partenze e ritorni. Arrivederci alla mia bellissima rosa, il tuo profumo e i tuoi colori hanno illuminato i miei giorni anche se a volte non ho saputo vedere oltre l'orgoglio per le tue piccole spine. Bentornato alla vecchia quercia, ferma e salda nella mia vita, il lampo che ti ha colpito non è che un graffio sulla tua corteccia.

venerdì 5 dicembre 2008

La felicità

Non so dire quale sia il segreto della felicità, ma sicuramente il segreto dell'infelicità è cercare di accontentare tutti. (Platone)